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Dino Giannotti fu preso prigioniero dagli austriaci il 26 ottobre 1917, durante i fatti di Caporetto. Dopo essere stato rinchiuso nel campo di concentramento di Sigmundsherberg, fu inviato ad esercitare la sua professione nel territorio italiano occupato, prima a San Daniele e poi a Pordenone, come membro effettivo del locale ospedale. Il suo diario offre uno sguardo inedito sulla Grande Guerra, quello di un medico italiano che opera dietro le linee nemiche, a contatto con i militari austriaci e con la popolazione civile. Dino Giannotti, nella sua doppia figura di medico e militare, è da una parte testimone delle terribili condizioni di vita dei prigionieri italiani nei lager e della popolazione nei territori invasi, mentre dall'altra osserva con attenzione le manovre del nemico, raccontando alcune delle pagine più significative del conflitto come la battaglia del Solstizio e quella di Vittorio Veneto.